Con l'Inflazione conviene acquistare una nuova casa e accendere un mutuo?
Cerchiamo di capirlo alla luce dell'esperienza passata e dello scenario con il quale ci confronteremo ancora per diverso tempo, tra tensioni geopolitiche e politiche sui tassi.

Il 2021 è stato un anno molto positivo per l’immobiliare. Secondo i dati appena pubblicati dall’Omi (Osservatorio del Mercato Immobiliare), il quarto trimestre ha fatto segnare un +15,7% di transizioni in più rispetto agli ultimi tre mesi del 2020 e addirittura un progresso del 26,1% se il confronto viene fatto con l’analogo periodo del 2019. Così l’anno si è chiuso con 749mila compravendite, un terzo in più sull’anno precedente e un quarto in confronto all’ultimo anno pre-pandemico. Risultati ottenuti in un contesto caratterizzato da crescita economica e ritorno dell’inflazione.
Proprio il carovita ha continuato a correre con l’avvio del 2022, tanto che a febbraio – segnala l’Istat – l’indice naturale dei prezzi al consumo è salito dello 0,9% rispetto a gennaio e del 5,7% su base annua (dal +4,8% di gennaio). Un livello tale di inflazione nel nostro Paese non si vedeva addirittura dal 1995.
Le ricadute sull’economia reale
A pesare è soprattutto il caro-energia, che rischia di aggravarsi ulteriormente alla luce della guerra in Ucraina, considerato che la Russia è il principale fornitore di gas per il nostro Paese. L’inflazione è una tassa implicita perché erode il potere d’acquisto. Restando ai numeri di febbraio, se guadagno 1.500 euro al mese come un anno fa, ma i prezzi dei beni che compro sono cresciuti del 5,7%, in realtà è come se il denaro a disposizione fosse di soli 1.414 euro. Questo significa poter comprare meno beni del passato ed è evidente l’impatto sulla capacità di consumo.
Lo scenario è diverso quando si parla di investimenti: la prospettiva che i prezzi cresceranno ancora solitamente spinge a non rimandare gli acquisti per evitare di dover sostenere una spesa maggiore. Il premio Nobel per l’economia Robert Shiller ha sempre sostenuto che nel medio termine l’inflazione è il principale motore dei prezzi immobiliari. Così è altamente probabile che dopo la crescita delle quotazioni nel recente passato (+2,1% nei primi nove mesi del 2021), nei prossimi trimestri assisteremo a un’accelerazione del trend. Quindi il +1,9% stimato lo scorso autunno da Nomisma potrebbe essere rivisto al rialzo.
L’impatto dei mutui
A favorire questa tendenza è la situazione attuale dei mutui. Nonostante un piccolo rialzo nelle ultime settimane, sul mercato è possibile spuntare tassi dell’1,1-1,3% per un fisso a 20-30 non superiore a due-terzi del valore dell’immobile. Quanto al variabile, invece, restano confermati valori vicini ai minimi storici, intorno allo 0,7-0,8%. Chiaro che finanziarsi a questi tassi, a fronte di un’inflazione di gran lunga superiore, è molto conveniente. E l’immobile, con l’attuale tendenza dei prezzi, è tendenzialmente destinato a rivalutarsi nel tempo, in alcuni casi anche in maniera rilevante.
Per altro, anche l’atteggiamento delle banche verso le richieste dei mutuatari rimane accomodante, considerato che i tassi di default sono particolarmente contenuti rispetto ad altre tipologie di finanziamenti.
Un concorso di fattori che difficilmente potrà persistere a lungo.
Fonte MutuiOnLine